Da dove nasce il mito della mamma perfetta?
Le conseguenze della pressione a essere "perfette"
Ansia e stress costante
Senso di inadeguatezza e colpevolizzazione
Isolamento e solitudine
Burnout materno
Accogliere l'imperfezione: un atto di forza e autenticità
Come liberarsi dalla pressione della perfezione
Un esempio concreto: la gestione delle emozioni
I benefici dell’alimentazione al seno per mamma e bambino sono ormai considerati un dato di fatto, supportato dalla vastissima letteratura scientifica disponibile.
Riassumendo, possiamo dire che i 3 vantaggi principali sono:
- Fornisceprotezione contro le malattie gastrointestinali e respiratorie che, contrariamente a quanto si crede, comunemente sono presenti, seppur in misura minore, anche nei paesi industrializzati e non solo in quelli in via di sviluppo;
- Riduce gli episodi di diarrea e dissenteria, una delle cause della morte neonatale.
- Fornisce energia e sostanze nutritive che migliorano lo sviluppo cerebrale e riducono il rischio di sovrappeso e obesità in età adulta. Il latte materno garantisce oltre il 50% del fabbisogno tra i 6 e i 12 mesi e oltre il 35% tra i 12 e i 24 mesi
L’allattamento al seno è protettivo anche nei confronti della madre e contribuisce a ridurre il rischio di cancro alle ovaie e al seno, oltre ad avere un blando effetto di contraccettivo naturale, inducendo l’assenza delle mestruazioni (amenorrea da allattamento) aiutando così a distanziare le gravidanze.
A proposito di latte materno, riteniamo sia fondamentale fare un piccolo approfondimento su come avviene la produzione di questo alimento così importante nel corpo della donna.
Verso una maternità autentica
Gli stessi ormoni che guidano i cambiamenti psico-fisiologici del corpo della mamma durante la gravidanza sono responsabili dei cambiamenti del seno nella preparazione e nel proseguimento dell’allattamento. Il primo cambiamento che la mamma può apprezzare da sola avviene nel I trimestre di gravidanza ed è chiamato "fase di accrescimento": in questa fase dotti e alveoli crescono rapidamente e i seni appaiono sensibili al tatto e di volume maggiore. È la fase chiamata Mammazione ed è spinta dagli estrogeni (aumento dei dotti) e dal progesterone (accrescimento degli alveoli) . Solo una piccola parte di accrescimento coinvolge il tessuto adiposo e quello di sostegno. Dopo l’accrescimento del primo trimestre il sistema va in pausa fino a 12 settimane prima del parto, quando le ghiandole mammarie cominciano a secernere il colostro, grazie alla spinta della prolattina che contemporaneamente provoca la caduta dei livelli di estrogeni e progesterone. Questa fase chiamata Lattogenesi I durerà fino al secondo giorno dopo il parto. Successivamente compare la montata lattea (Lattogenesi II) che dura dal terzo all’ottavo giorno dopo il parto (l’inizio fisiologico è tra le 30 e le 40 ore dopo il parto). In questa fase, anch'essa controllata dagli ormoni, il seno appare turgido e caldo. Gli ormoni sono implicati anche nell’aumento della circolazione dei vasi sanguigni sottocutanei (necessario per sostenere le nuove richieste metaboliche del tessuto mammario), che determinano il cambiamento di pigmentazione e la grandezza dell’areola e del capezzolo. Dal 9° giorno fino alla fine dell’allattamento, il sistema si autoalimenta e non è più governato dagli ormoni, ma la produzione di latte è regolata dalle richieste del bambino mediante la suzione e lo svuotamento del seno è sotto il controllo autocrino, secondo il meccanismo della domanda e dell’offerta. Il passaggio dal controllo ormonale della produzione di latte al controllo guidato dal bambino avviene in modo graduale ed è necessario un periodo di adattamento (la calibrazione) che dura dalle 4 alle 6 settimane dall’inizio di questa fase (si parla, nello specifico, di Lattogenesi III). Nel sistema della domanda e dell’offerta è coinvolto l’ormone ossitocina che è responsabile della contrazione delle piccole cellule muscolari che circondano l’alveolo che permettono la spinta del latte verso il capezzolo (riflesso di eiezione del latte). L’ossitocina è prodotta maggiormente a seguito di stimoli visivi, tattili, uditivi e psicologici, quindi quando la mamma vede, sente, tocca ed è in sintonia con il suo bambino (da qui l’importanza biologica della tranquillità). ed è inibita dal dolore, dallo stress (produzione di cortisolo), dal disagio psico-fisico, dall’assunzione di alcool e nicotina.
Gli stessi ormoni che guidano i cambiamenti psico-fisiologici del corpo della mamma durante la gravidanza sono responsabili dei cambiamenti del seno nella preparazione e nel proseguimento dell’allattamento. Il primo cambiamento che la mamma può apprezzare da sola avviene nel I trimestre di gravidanza ed è chiamato "fase di accrescimento": in questa fase dotti e alveoli crescono rapidamente e i seni appaiono sensibili al tatto e di volume maggiore. È la fase chiamata Mammazione ed è spinta dagli estrogeni (aumento dei dotti) e dal progesterone (accrescimento degli alveoli) . Solo una piccola parte di accrescimento coinvolge il tessuto adiposo e quello di sostegno.
Dopo l’accrescimento del primo trimestre il sistema va in pausa fino a 12 settimane prima del parto, quando le ghiandole mammarie cominciano a secernere il colostro, grazie alla spinta della prolattina che contemporaneamente provoca la caduta dei livelli di estrogeni e progesterone. Questa fase chiamata Lattogenesi I durerà fino al secondo giorno dopo il parto.
Successivamente compare la montata lattea (Lattogenesi II) che dura dal terzo all’ottavo giorno dopo il parto (l’inizio fisiologico è tra le 30 e le 40 ore dopo il parto). In questa fase, anch'essa controllata dagli ormoni, il seno appare turgido e caldo.
Gli ormoni sono implicati anche nell’aumento della circolazione dei vasi sanguigni sottocutanei (necessario per sostenere le nuove richieste metaboliche del tessuto mammario), che determinano il cambiamento di pigmentazione e la grandezza dell’areola e del capezzolo.
Dal 9° giorno fino alla fine dell’allattamento, il sistema si autoalimenta e non è più governato dagli ormoni, ma la produzione di latte è regolata dalle richieste del bambino mediante la suzione e lo svuotamento del seno è sotto il controllo autocrino, secondo il meccanismo della domanda e dell’offerta. Il passaggio dal controllo ormonale della produzione di latte al controllo guidato dal bambino avviene in modo graduale ed è necessario un periodo di adattamento (la calibrazione) che dura dalle 4 alle 6 settimane dall’inizio di questa fase (si parla, nello specifico, di Lattogenesi III).
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